sabato 5 ottobre 2013

Lettera a ...

Egregia persona a cui mi rivolgo,
questa lettera non giungerà mai a destinazione, ma la uso per esprimere il mio sgomento dinnanzi a una Sua triste espressione: "è un progetto fallito". 

Per chi lo chiede, non stiamo parlando di una rassegna concertistica ideata e mai realizzata, o di un piano urbanistico progettato dall'ingegno umano ma destinato a fallire. La suddetta espressione fa riferimento ad una persona. Una persona, uomo o donna che sia, adulto o bambino. Una persona non è un progetto fallito. 

Non può Lei, Egregia Persona a cui mi rivolgo, definirne un altra, "un progetto fallito". 

Sa come ci si sente quando chi hai di fronte ti dice di essere "un progetto fallito?" Se non lo sa, le do io una risposta: ci si sente di merda. Si sente di aver ricevuto un pugno alla bocca dello stomaco, manca il fiato, l'aria, non si sa come respirare e intanto la testa esplode in mille pensieri, perchè non sai come rispondere, non sai cosa rispondere, perchè tutte le più belle parole che hai nella mente, tutte le migliaia di nozioni imparate sui libri, tutti gli anni di esperienza non basterebbero a colmare il vuoto che costringe quella persona e ripeto PERSONA,  a dirti "sono un progetto fallito".  Un abbraccio ..., forse un abbraccio potrebbe attenuare un po' del freddo che c'è nella stanza, ma nessuno ora vuole quell'abbraccio e il pugno che mozza il respiro diventa sempre più doloroso.

Se invece sa come ci si sente ... beh, evito qualsiasi altro commento.

Per favore non usi più una simile espressione perché fa male, fa male a me, fa male alla persona, fa male a tutti. 

grazie e buona giornata.