sabato 5 ottobre 2013

Lettera a ...

Egregia persona a cui mi rivolgo,
questa lettera non giungerà mai a destinazione, ma la uso per esprimere il mio sgomento dinnanzi a una Sua triste espressione: "è un progetto fallito". 

Per chi lo chiede, non stiamo parlando di una rassegna concertistica ideata e mai realizzata, o di un piano urbanistico progettato dall'ingegno umano ma destinato a fallire. La suddetta espressione fa riferimento ad una persona. Una persona, uomo o donna che sia, adulto o bambino. Una persona non è un progetto fallito. 

Non può Lei, Egregia Persona a cui mi rivolgo, definirne un altra, "un progetto fallito". 

Sa come ci si sente quando chi hai di fronte ti dice di essere "un progetto fallito?" Se non lo sa, le do io una risposta: ci si sente di merda. Si sente di aver ricevuto un pugno alla bocca dello stomaco, manca il fiato, l'aria, non si sa come respirare e intanto la testa esplode in mille pensieri, perchè non sai come rispondere, non sai cosa rispondere, perchè tutte le più belle parole che hai nella mente, tutte le migliaia di nozioni imparate sui libri, tutti gli anni di esperienza non basterebbero a colmare il vuoto che costringe quella persona e ripeto PERSONA,  a dirti "sono un progetto fallito".  Un abbraccio ..., forse un abbraccio potrebbe attenuare un po' del freddo che c'è nella stanza, ma nessuno ora vuole quell'abbraccio e il pugno che mozza il respiro diventa sempre più doloroso.

Se invece sa come ci si sente ... beh, evito qualsiasi altro commento.

Per favore non usi più una simile espressione perché fa male, fa male a me, fa male alla persona, fa male a tutti. 

grazie e buona giornata.

lunedì 16 settembre 2013

Un bacio Amore

Sono ormai alcune settimane che ci siamo salutati. 

Un saluto diverso il nostro.

Tu che fuggivi arrabbiato ripetendo che non mi volevi, io che ti guardavo lasciandoti fare.

Ci siamo salutati al telefono " fai la nanna, un bacione amore..."


La favola che abbiamo iniziato a scrivere e disegnare insieme è stata arricchita con altre pagine bianche, la conclusione si fa attendere, al tuo fianco ci sono altre persone, potrai usare altri colori, disegnare altri arcobaleni, in bocca al lupo mio piccolo amico ... un bacio amore...

domenica 2 giugno 2013

Questioni di inconscio - 1


Quando ero bambina odiavo sistemare la mia stanza, ma immancabilmente venivo premiata riuscendo a trovare tra scatole e libri sparsi un po' ovunque dei piccoli tesori: disegni, racconti, pensieri messi su carta, in quaderni sepolti dalla polvere e dall'oblio. 

Stranamente oggi è capitato qualcosa di simile, cercando un articolo in un hard disk ormai inutilizzato, stracolmo di ricordi di pc precedenti, che ora riposano o in un ripiano inferiore di un tavolino, o in garage, tra guantoni da boxe e palline di Natale.

Ecco il tesoro che ho trovato, il premio per aver deciso di riaccendere quell'hd:

"LAPSUS

Mi sono avvicinata all'inconscio immaginandolo come lo stanzino buio della casa dei miei genitori (in cui mi affacciavo facendo capolino dietro a una porta per vedere cosa c'era in fondo), l'ho immaginato come un intrico di rami, in un foresta dove potevo andare ad ascoltare il silenzio, come un mostro che divora i bambini e si nasconde dietro il lettino.

L'inconscio non è solo questo: è una mela, non perfetta, che deve essere solo colta, è la summa delle nostre parti non colte, non raggiunte, parti che però esistono e sono sempre esistite, non è nulla di spaventoso, buio, intricato, ha la sua complessità, ma è una complessità su misura di chi la possiede perchè frutto dell'educazione, delle fantasie, del bagaglio culturale ed esperienziale che ognuno di noi ha accumulato negli anni." 

La frase evidenziata in giallo aveva una nota a lato che diceva questo:

"Il realtà è sotto il lettino, il mostro tipo alien ha divorato S., a questo punto mi chiedo: il mostro che uccide il bambino è l'analista che sta seduto dietro di me o l'analisi? "


Poche righe di precisazione per chiarire qualcosa che potrà sembrare un po' oscuro: il mostro dietro o sotto il lettino fa riferimento ad un sogno che io portai al mio analista, era il periodo dei sogni-strage, in cui immancabilmente accadevano omicidi brutali, stermini ecc ecc, questo sogno in particolare terminava con un mostro sotto ad un letto che aveva divorato un bambino (che ovviamente io conoscevo molto bene). Durante la seduta psicoanalitica emerse ovviamente l'associazione tra il lettino del sogno e quello in cui io mi trovavo sdraiata in quel momento. Mesi dopo mi ritrovai a scrivere alcuni pensieri sull'inconscio e usai anche la scena  "del mostro sotto il letto" che si trasformò, con un "lapsus" magistrale, in un mostro dietro il lettino (quindi l'analista?), da cui appunto la decisione di inserire il titolo "lapsus" a quell'appunto.

Un po' intricato? Poco comprensibile? No, solo un po' di inconscio, che come abbiamo potuto vedere ci accompagna, anche quando facciamo qualcosa che apparentemente nulla ha a che vedere con esso.

Per chi lo desidera e se la sente di rispondere: quand'è che il vostro (mostro o inconscio) ha fatto capolino?



mercoledì 29 maggio 2013

Pensieri in movimento



A breve le nostre strade si separeranno, forse per pochi mesi, forse per sempre. 

Non mi mancherai, come probabilmente io non mancherò a te. Quando le vite si incrociano per lavoro può accadere anche questo. Si conoscono persone, si convive forzatamente con loro senza averle scelte. Questo è capitato a noi.

Vorrei solo dirti poche cose, pensieri che ti ho già donato in varie occasioni, spesso proprio in automobile, ferme al semaforo, cercandoti in una vigilia di Natale particolarmente piovosa: ricordati solo che oltre e probabilmente prima di essere madre, compagna e figlia tu sei una persona, una donna con una dignità, che merita rispetto e di essere riconosciuta per il suo valore.

L'amore non si compra nè si ruba, non si vive di nascosto, non si nega. L'amore non può essere elemosina, non può essere un offerta di pochi spiccioli nel cappello di un mendicante. Tu non meriti questo, nessuno lo merita.

Ricorda che sei madre e che l'esempio migliore per i tuoi figli puoi essere tu, tu la migliore insegnante, tu lo specchio più bello in cui potranno riflettere la loro immagine.

Cammina per strada con la testa alta, guardando in faccia il tuo interlocutore. 

Ma sopratutto ricorda che il passato non è semplicemente passato, ma un promemoria, un indicatore delle nostre scelte, sia di quelle giuste, che di quelle sbagliate: non relegarlo in un angolo buio e disordinato, ma lascia che cammini con te, non come un tarlo che ti perseguita e corrode, ma come un educatore che ti tiene la mano.

Non cancellarlo, non nasconderlo e non negarlo.


domenica 21 aprile 2013

Vorrei, non vorrei ... ma si vedrà!

E’ da molto che pensi: “Vorrei andare dallo psicologo, ma chissà com’è?” Maggio ti offre l’occasione giusta! Per tutto il mese, più di 1000 psicologi saranno a tua disposizione per un incontro gratuito. www.psicologimip.it



mercoledì 17 aprile 2013

MIP 2013

Chiedere aiuto non è un segno di debolezza o di scarsa indipendenza, ma un atto di coraggio e d’amore verso se stessi e i propri cari. Sei mai stato da uno psicologo? A Maggio puoi consultarlo gratuitamente!






sabato 9 marzo 2013

Pinguini

Ogni promessa è debito, per cui ieri abbiamo fatto i PINGUINI




Era già un po' che me lo chiedevano, per cui ieri è arrivato il giorno, è stato anche un modo utile per sbarazzarmi di tutte le bottiglie di plastica vuote che attendevano di essere RICICLATE in modo degno e onorevole.

Se qualche mamma, sorella, zia, cugina, amica vuole cimentarsi ecco le istruzioni:


Buon divertimento




domenica 3 marzo 2013

Notte

La giornata lavorativa è stata un po' convulsa, di conseguenza la mia notte non può essere tranquillissima, mi giro e rigiro nel letto cigolante...




... ogni tanto controllo l'ora.

Quando suonerà la sveglia?

E' caldo, come ogni notte, eccessivamente caldo.

Il buio è fastidioso tanto quanto il sole negli occhi in piena estate.

E' già ora di alzarsi? No...! ... ma quanto dura questa notte? Ansia.

Driiin.

...

...

Il telefono.

...

              ... 

                                No: il campanello.

              ...

...

Sono le due. Le due. Chi può essere, alle due di notte?

Mi alzo e vado a rispondere.

"Si, chi è?" 

[Penso che la mia voce al citofono non è poi così assonnata, anzi sembro proprio sveglia... e gentile.]

"... Avrei bisogno di un posto per la notte, ho una persona con me, mi può aiutare? Possiamo entrare?"

[.... merda.] 

"No mi spiace, non posso farla entrare, non posso aiutarvi."

[.... merda.]

... ancora poche parole e chiunque fosse là fuori chiude il citofono e se ne va.

Torno al mio letto cigolante e al mio caldo, che ora come ora non mi sembra più così insopportabile. 


martedì 15 gennaio 2013

Nessuno può fare

Nessuno può fare per noi, quello che non vogliamo fare per noi
Oppure...
Non possiamo aspettarci che qualcuno faccia per noi ciò che noi non vogliamo fare per noi.

Sembra uno scioglilingua, uno di quelli che ti insegnano a scuola. 

Per cui rimbocchiamoci le maniche, stringiamo i denti e diventiamo CAPACI di decidere PER NOI.  La manna dal cielo è scesa solo una volta, non possiamo aspettarci che qualcuno replichi l'impresa. Sarà difficile, sarà estenuante oppure una piacevole passeggiata primaverile, ma se non proviamo non potremmo mai saperlo.